LA COLLEZIONE
LA COLLEZIONE
LA COLLEZIONE

La collezione d’arte della Fondazione VAF si compone, come da statuti, di opere di artisti italiani moderni e contemporanei, distinguendosi sia per il suo eccellente livello qualitativo sia per la sua dimensione quantitativa, derivante da un ricco spettro di tendenze stilistiche e da una notevole pluralità nel patrimonio. Oltre ad esempi di arte moderna “classica”, vi sono rappresentate anche le più recenti invenzioni programmatiche di idee e strategie dei media..

Alla base di questa iniziativa appassionata e impegnata vi è una vasta collezione di pregevolissime opere d’arte italiana, che coprono il periodo storico-artistico dall’inizio della modernità fino alle tendenze contemporanee, con capolavori che spaziano dal Futurismo alla Pittura Metafisica, passando per l’arte del Novecento e l’Arte astratta arrivando ad altre correnti apparse dopo il 1945.
Tra le oltre 2000 opere inventariate, vi sono anche pregevolissimi e cospicui esempi del Modernismo italiano, che coprono un arco temporale dai primi anni del 1900 fino agli anni ’40.

Inoltre, la collezione si fregia di creazioni contemporanee che vanno dal 1945 ad oggi. Ciò significa che, oltre alle diverse produzioni artistiche della storia dell’arte del XX e XXI secolo. a partire dalla tradizionale pittura su tavola, dalla scultura su pietra o la modellazione, nella collezione coesistono anche espressioni artistiche come la fotografia, l’Arte cinetica, la Light Art, l’Arte Materica, l’Arte Oggettuale, l’Installazione e l’uso di altri mezzi espressivi multipli, compreso l’uso sempre più onnipresente dei nuovi media.

Carrà, Carlo , Le figlie di Loth, 1919, olio su tela, VAF 719, Roverto, Mart
Casorati, Felice , Beethoven, 1928, olio su tavola, VAF 722, Roverto, Mart

Inoltre, la politica collezionistica della Fondazione VAF è sempre stata aperta alle numerose innovazioni sperimentali estetiche, concettuali e pittoriche dell’arte, compresi i media moderni e i vari apparecchi multimediali avanzati, che assumono un’importanza sempre maggiore nella recente creatività contemporanea e che si concretizzano nelle produzioni cinematografiche, nelle animazioni, nei lungometraggi e spesso anche nelle narrazioni drammatiche.

Molteplici sono, inoltre, le installazioni in cui, attraverso la produzione di fenomeni audiovisivi, si trasmettono esperienze affascinanti grazie all’utilizzo di computer, telecamere, proiettori, elementi uditivi e dispositivi di illuminazione. Il confronto con i problemi attuali di natura psicologica, politica, sociale, ambientale e umana, insieme alla creazione individuale di situazioni di percezione suggestiva occupano un ampio spazio nel pensiero e nel lavoro artistico delle giovani generazioni.

A fronte di ciò, la collezione contiene anche avvincenti strategie in cui un’ingegnosa invenzione tecnica determina da sola un evento visivo o un effetto percettivo, offrendo spunti intellettivi a un pubblico che riceve un impulso provocatorio attraverso la critica, l’ironia, la satira e lo straniamento. Gli straordinari effetti pittorici utilizzati portano lo spettatore ad essere sensorialmente ed emotivamente messo a nudo da suggestioni estetiche, fascino visivo, brillanti metafore e immagini coinvolgenti ed evocative.

Ad esse si affiancano, in modo perfettamente naturale, opere basate su un principio e un pensiero del tutto differenti che puntano ad un concetto di opera d’arte puramente autoreferenziale e finalizzato alla reificazione; opere in cui l’integrazione di realtà semplici e ordinarie, o l’inclusione artistica di cimeli, simboli e fenomeni visivi della vita quotidiana, oppure ancora, l’uso di determinati codici dei media, dello spettacolo o del consumo risultano determinanti.

La Fondazione VAF non intende offrire solamente un percorso concreto che si esaurisca nella presentazione di meri oggetti visivi, intende piuttosto sviluppare, ampliare e portare alla luce – attraverso i messaggi estetici e semantici che si concentrano nelle opere d’arte – ciò che gli artisti e le artiste percepiscono come momenti essenziali appartenenti alla loro epoca, da dove traggono ispirazione, quale vuole essere il loro messaggio, cosa li motiva a fare arte e attraverso quali mezzi il pensiero diviene realtà.

La Fondazione cerca di creare un equilibrio tra le diverse reazioni creative degli artisti a ciò che hanno sperimentato nel loro tempo, nella loro realtà di vita e nella loro visione del mondo dando voce alle pulsioni del creare, del sentire e del comunicare, così come all’elaborazione individuale delle espressioni dello spirito del tempo sotto forma di opere d’arte.

La Presidenza e il Comitato direttivo sono guidati nel loro lavoro da questi solidi principi e, attraverso la comunicazione costante con i giovani artisti tramite la regolamentare acquisizione di opere della produzione più attuale, assicurano che la collezione documenti il progresso dello sviluppo dell’arte.

La lista in fondo presenterà brevemente e in ordine cronologico le maggiori opere acquisite dalla Fondazione seguite da brevi spiegazioni, sotto forma di classificazioni scientifiche.

Molti storici dell’arte ed esperti dell’arte italiana degli ultimi 100 anni potrebbero, in realtà, sollevare qualche obiezione. Non vi è dubbio, infatti, che i nomi e le menzioni delle iniziative artistiche all’interno della collezione presentino delle evidenti lacune, in particolare per quel che riguarda la seconda metà del XX secolo, dove sono assenti alcuni tra i più autorevoli nomi dell’arte italiana e mancano i contributi degli artisti italiani più apprezzati a livello mondiale. Il fatto che questo principio si applichi anche a tendenze paradigmatiche per l’identità artistica italiana, come lo “Spazialismo”, l’ “Arte povera” e la “Transavanguardia”, è un fatto che innegabilmente richiede una spiegazione in vista dell’alto livello di standard storico-artistico che i responsabili della Fondazione VAF rivendicano. Nel giustificare tale scelta, la Fondazione può innanzitutto fare riferimento al fatto che mentre la selezione delle opere d’arte della prima metà del XX secolo prevedeva ancora un’adesione alle linee guida prestabilite delle posizioni prominenti, la gamma di opere del dopoguerra comporta l’applicazione di un concetto di collezionismo decisamente anticonformista.
La politica di raccolta della Fondazione VAF è drasticamente mutata nel corso degli ultimi anni, dedicando sempre meno rilevanza alle opere d’arte successive al 1945, in quanto ricollocabili all’interno di un percorso più mainstream. In contrasto con le sue interpretazioni storiche, la Fondazione ha scelto deliberatamente di individuare e recuperare le correnti e i nomi sottovalutati e dimenticati dell’arte italiana; quegli artisti, cioè, che, nonostante i loro approcci spesso molto interessanti, non vengono in gran parte menzionati nel canone codificato della storia dell’arte contemporanea italiana.

Il profilo non convenzionale che la Fondazione VAF è riuscita a raggiungere con il suo concetto di collezione si basa, non da ultimo, sull’idea che sarebbe stato possibile utilizzare gli esempi del patrimonio della Fondazione per offrire un’ulteriore prospettiva storica di cui discutere. La Fondazione non vuole certo riproporre una riscrittura della storia dell’arte italiana, ma considererebbe un grande successo se alcuni degli aspetti che tenta di riportare in auge fossero inseriti anche nella Storia dell’Arte ufficiale.

Un’ampia gamma delle opere della Fondazione VAF si trova in prestito al MART, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. All’interno del MART si trova anche la sede amministrativa della Fondazione.
La collezione è in costantemente ampliamento e aggiornamento tramite varie acquisizioni.

Wildt, Adolfo , Nicola Bonservizi, 1925, marmo, VAF 1729 , Roverto, Mart
Uncini, Giuseppe , Traliccio, 1960/61, Beton und Eisen, VAF 528, Roverto, Mart