Giunta al quarto volume, la Collana giovani artisti alla soglia del Nuovo Millennio edita dalla Fondazione VAF presenta l'artista Davide Maria Coltro. La monografia, a cura di Elena Pontiggia, contiene oltre alle riproduzioni di alcune opere inedite i testi di Luca Beatrice, Camilla Bertoni, Chiara Canali, Angelo Crespi, Mimmo Di Marzio, Michele Dolz, Andrea Dusio, Michele Beatrice Ferri, Alberto Fiz, Matteo Galbiati, Gianluca Marziani, Fabrizio Parachini, Elena Pontiggia, Alessandro Trabucco, Ivan Quaroni.
“Fare arte tecnologica potrebbe sembrare scontato, ma in realtà è un atto di coraggio, perché si affrontano questioni formali e teoriche ancora sconosciute” dice Davide Maria Coltro. E anche: “Per me un monitor è una tela viva su cui posso dipingere, che può emettere luce e far diventare un elemento pittorico anche il tempo”.
Coltro nelle sue opere utilizza il System, un sistema digitale che modifica l’opera all’infinito in un flusso visivo continuo. Cambia così la natura della “tela”, che diventa mobile e imprevedibile, come la vita. Ma cambia anche il rapporto fra l’opera e l’autore, che può intervenire su quella tela viva e reinventarla anche dopo il suo approdo in un museo o nella casa di un collezionista (entro però i limiti di un contratto fissato in anticipo tra le parti).
Del resto se tutto si muove, come sapeva Eraclito, l’opera non deve necessariamente rimanere uguale a se stessa, ma può vivere una metamorfosi potenzialmente illimitata. C’è però una particolarità nel movimento della pittura digitale di Coltro. Certo l’artista nei suoi lavori, raccogliendo le istanze di tanta parte del moderno dai futuristi ai cinetici, ha rappresentato il divenire, l’essenza mutevole delle cose. Eppure il suo è un movimento lento, a volte impercettibile, che si accorda col tempo immobile della contemplazione. Assomiglia più al moto della coscienza che a quello della macchina. E intanto il catalogo delle forme e la cronaca delle cose che rappresenta si alleggerisce, si spoglia, lasciando emergere uno spazio intessuto di luminosità. [...]
Elena Pontiggia
Davide Maria Coltro, Verona 1967, vive e lavora tra Milano e il Lago Maggiore. Entra in contatto con il mondo dell’arte in giovane età grazie al padre che, appassionato dilettante, organizza esposizioni di artisti locali con i quali intrattiene rapporti di amicizia e frequentazioni poi estese a tutta la famiglia. Al termine delle scuole elementari, grazie al suo insegnante Francesco Di Noja con il quale inizia una solida amicizia che durerà per oltre quarant’anni, si appassiona alla letteratura per ragazzi e ben presto incontra i mondi di Stevenson, Salgari e London, per arrivare a Jules Verne, l’autore che maggiormente lo entusiasmerà in quegli anni giovanili. [...] La passione per la lettura non lo abbandona e lo conduce alla scoperta e all’amore per la poesia che tuttora lo accompagna. La personalità creativa si manifesta inizialmente nello sviluppo di alcune invenzioni, ricevendo, nella seconda metà degli anni Novanta, una menzione speciale al Salone Internazionale dei Brevetti di Ginevra. In questo periodo decide di seguire la sua naturale vocazione per l’arte con unità di intenti e di risultati che egli crede possibile – nonché necessaria – soprattutto nella società attuale. [...] Nell’ambito del Terzo Millennio, in cui sempre più frequentemente si parla di tecnologia dell’immagine, l’artista persegue con coerenza la ricerca di un utilizzo corretto e condiviso di queste tecnologie all’interno del linguaggio artistico contemporaneo. Egli indica una strada percorribile che non disgiunge mai la poetica dalla tecnica. Il rapporto con la storia dell’arte e i generi della pittura sono cardini della ricerca di Coltro che definisce le sue opere come “pittura oltre la materia”. [...]
Manfredi Edizioni
Uscita Febbraio 2023; Lingua Italiano, inglese; Pagine 240; Formato 24 x 28 cm; ISBN 979-12-80049-16-2