COLLANA ARTISTI DEL NOVECENTO RITROVATO

Progetto di Volker W. Feierabend

il primo volume dedicato a Siro Penagini a cura di Elena Pontiggia.

La collana Artisti del Novecento ritrovato, ha per scopo di riproporre all’attenzione del mondo dell’arte di oggi alcuni maestri del Novecento, un tempo conosciuti e poi lentamente dimenticati nel corso dei decenni. Solo quegli artisti del secolo scorso, quindi, che non fanno parte del Mainstream attuale, sono deliberatamente inclusi in queste pubblicazioni.

Visto poi che queste figure artistiche non hanno sino ad ora goduto del dovuto apprezzamento da parte di Fondazioni o istituzioni culturali simili, con l’aggravante, per ovvie ragioni anagrafiche, che non è più possibile per loro esigerlo direttamente, la Fondazione VAF si è sentita in dovere e piacere di assumersi il compito di rivalorizzarli grazie ai volumi a loro dedicati. 

Ed è proprio qui che entra in gioco il fascino particolare dei suddetti volumi, che hanno il compito principale di raccogliere informazioni, documenti storici, eventi biografici e, naturalmente, opere d’arte; il tutto più o meno conosciuto dell’artista in questione nella monografia a lui dedicata, e quindi di presentarlo nel migliore dei modi a un pubblico nuovo, ampio e attento. 

Studiosi e appassionati si troveranno quindi piacevolmente coinvolti nelle pagine di questi libri che non solo testimoniano un artista “ritrovato”, ma anche la professionalità indiscussa del suo Curatore, il suo impegno profuso, la sua sensibilità, la sua profonda conoscenza della materia. [...] 

Thorsten A. Feierabend

CEO e Presidente del Consiglio di Amministrazione VAF-Stiftung

Siro Penagini (Milano 1885-Solcio 1952) è stato un artista dal percorso singolare. A Monaco si appassiona alla Secessione Viennese e, precocemente rispetto all’Italia, alla pittura di Van Gogh e Gauguin. A Roma conosce Gorkij e frequenta gli artisti che gravitano intorno alla Secessione Romana. Nel 1920, rientrato a Milano, si avvicina al Novecento Italiano, ma nel 1923 sceglie una sorta di isolamento, trasferendosi a Solcio, sul lago Maggiore, dove rimarrà fino alla morte. La sua pittura, che negli anni dieci alterna insolite accensioni fauve a monocromie azzurre alla Maurice Denis, approda negli anni venti a composizioni fondate sul disegno e su raffinatissime gamme fredde.